Area Didattica

PERCHÉ INSEGNARE LA SHOAH

PERCHÉ INSEGNARE LA SHOAH

“Caro professore,

sono un sopravvissuto di un campo di concentramento. I miei occhi hanno visto ciò che nessun essere umano dovrebbe mai vedere: camere a gas costruite da ingegneri istruiti; bambini uccisi con veleno da medici ben formati; lattanti uccisi da infermiere provette; donne e bambini uccisi e bruciati da diplomati di scuole superiore e università. Diffido –quindi – dall’educazione.

La mia richiesta è: aiutate i vostri allievi a diventare esseri umani. I vostri sforzi non devono mai produrre dei mostri educati, degli psicopatici qualificati, degli Eichmann istruiti. La lettura, la scrittura, l’aritmetica non sono importanti se non servono a rendere i nostri figli più umani.”

Così un preside di liceo americano aveva l’abitudine di scrivere, ad ogni inizio di anno scolastico, una lettera ai suoi insegnanti.

 

L’istruzione fine a se stessa non forma uomini civili e cittadini consapevoli. E’ quindi fondamentale che la scuola - nel processo di insegnamento - non si limiti ad una trasferimento di nozioni e conoscenze ma si impegni nella crescita degli individui come cittadini con un ruolo attivo e critico all’interno della società.
L’insegnamento della Shoah è un esempio di come non sia sufficiente conoscere la storia ma risulti imprescindibile sapere perché la stiamo studiando e cosa possiamo imparare da questo.

Perché quindi  insegnare la Shoah?
La Shoah - cioè il progetto di sterminio sistematico degli ebrei ai fini di una purificazione sociale - ha rappresentato una frattura profonda nelle civiltà del XX secolo. Non è un evento metastorico ne’ un evento storico qualunque dal momento che ha colpito e offeso l’umanità intera nel cuore della “civilissima” Europa scuotendola dalle fondamenta e come evento umano può essere spiegato e analizzato.

L’enormità dei fatti accaduti fanno sì che l’attenzione non si esaurisca mai nella sola dimensione storica. La stessa narrazione apre la strada ad altri campi d’indagine e ad altri interrogativi di carattere intellettuale e morale sulla natura dell’uomo, sull’etica delle leggi, sul bene e sul male sui rapporti fra gli uomini e fra gli uomini e la divinità.
La complessità di aspetti e di piste di ricerca che la Shoah pone ancora oggi permette che insegnare la Shoah possa rappresentare una straordinaria occasione pedagogica, anche in relazione al nostro presente. Una possibilità per sviluppare degli anticorpi necessari per riconoscere e combattere le nuove manifestazioni di discriminazione, razzismo e risorgente antisemitismo e capire come l’intolleranza verso qualcuno sia sempre sintomo di un’intolleranza e di una violenza più generalizzata.

Lo studio e l’analisi della Shoah nel suo complesso possono permettere di cogliere i segnali di allarme che mettono a rischio lo sviluppo della vita civile e democratica e il rispetto dei fondamentali diritti umani.

Scomporre il passato e cercare di comprenderlo aiuta a capire e vivere il presente ed imparare ad esercitare una cittadinanza attiva e consapevole che si auspica si basi sulla democrazia, il rispetto e l’educazione.

Non è sufficiente sapere che il razzismo è concettualmente un male, occorre conoscerne le conseguenze, imparare a distinguere anche il pregiudizio latente e vivere le differenze culturali come arricchimento e non minaccia.

Lo studio della Shoah non è solo dovuto a chi non ha potuto raccontarlo ma acquisisce quindi anche un ruolo pedagogico, diventa una sorta di volano lanciato verso l’approfondimento di tematiche ancora oggi calde ed attuali. Il mantenimento della memoria di quanto è accaduto rappresenta infatti una delle sfide più intense nei confronti della formazione delle giovani generazioni per la società in cui viviamo e per quella futura.

I docenti devono essere consapevoli che educare alla memoria e al rispetto di quanto accaduto richieda un confronto aperto, critico e dinamico, e questo sito nasce proprio con l’intento di essere un valido supporto.

 

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