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Come cambia l'antisemitismo?

Come cambia l'antisemitismo?

Secondo i dati dell’Osservatorio antisemitismo della Fondazione CDEC nel 2019 in Italia gli atti di antisemitismo registrati sono cresciuti di circa il 30% rispetto al 2018; un aumento costante che conferma il preoccupante trend che già nel 2018 riportava un numero nettamente superiore di casi rispetto all’anno.
I motivi alla base di questo aumento sono molteplici e profondi. Uno dei veicoli che più permette all’antisemitismo di riprodursi in maniera rapida e multiforme è il mondo web. Mondo in cui i contenuti contro gli ebrei si possono trovare sia in siti specifici sia nei social network più famosi ed utilizzati dai più e meno giovani.

Web e social infatti, permettendo di nascondersi dietro una tastiera, creano un distacco dalla realtà, radicalizzano i contenuti, abbassano la soglia dei tabù, estremizzano il linguaggio e sdoganano la violenza. Come sostenuto dall’Osservatorio, il web “ha legittimato una cultura dove razzismo, intolleranza e antisemitismo sono divenuti socialmente accettabili, specie tra i giovani. La radicalizzazione verbale e l’abbassamento della soglia dei tabù si evidenzia attraverso il linguaggio, la carica di violenza, il sarcasmo razzista”1.

In un articolo della Repubblica intitolato Come cambia l’Antisemitismo, Milena Santerini - Coordinatrice nazionale per la lotta contro l’antisemitismo e membro della delegazione italiana dell’IHRA con un’esperienza pluridecennale nel campo – riporta come “nei primi mesi del 2020 circa la metà degli episodi di antisemitismo segnalati sono stati sul web che sta diventando “il veicolo più rapido, “liquido” e difficilmente censurabile attraverso cui far passare diffamazioni, insulti, pregiudizi.” e come sui social si continuano a trovare vecchi pregiudizi adattati a nuove realtà e tecnologie.

Confrontando i dati dell’Osservatorio e quelli di una ricerca condotta dall’Osservatorio Mediavox dal Centro di Ricerca sulle relazioni interculturali dell’Università Cattolica di Milano e sostenuta dall’Unar - ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali - che ha analizzato 900 Tweet, è risultato che nell’immaginario collettivo ancora oggi come gli ebrei -in quanto coesa collettività – siano detentori di ricchezza e potere a scapito degli “altri”.
Secondo l’analisi dei Tweet più del 15% riportava messaggi di odio basati su pregiudizi e sulle più comuni accuse verso gli ebrei incolpati di controllare i governi, il mondo della finanza, dell’economia e dei media, nonché di avere avuto un qualche ruolo nella diffusione del COVID-19.
La professoressa Santerini sottolinea come “l’odio on-line e l’ostilità è stato indirizzato principalmente contro i cinesi considerati responsabili della diffusione del virus, ma non sono mancati numerosi Tweet e post che accusavano Israele e/o gli ebrei (in quanto collettività o individui) di essere i burattinai della situazione e comunque di trarne benefici politici o economici.”

Bersaglio di “hate speech” sono quindi gli ebrei come collettività e come individui. Gli attacchi a Sami Modiano – all’indomani dell’onorificenza a Cavaliere delle Repubblica, a Liliana Segre, a Emanuele Fiano, a Gad Lerner e a George Soros, rispecchiano perfettamente il Negazionismo, le accuse di
monopolio della stampa, di portare avanti gli interessi della “setta”, di controllare l’economia e la finanza e di complottismo. Tutte facce della stessa medaglia: l’antisemitismo. Medaglia che non ha mancato di sfruttare anche la pandemia mondiale che stiamo vivendo.

L’antisemitismo cambia nel senso che si adatta ai mezzi e ai tempi in cui vive.
L’ignoranza, gli stereotipi diffusi e i pregiudizi che spesso ne sono la causa rimangono però sempre gli stessi e si reinventano in ogni epoca. L’anonimato, la fluidità, la velocità e la mancanza di filtri e controlli del web permette una sempre più veloce e capillare diffusione delle fake news e dei messaggi d’odio.

Per questo è sempre più importante verificare sempre le fonti, sapere navigare on-line con consapevolezza e combattere ogni tipo di incitamento all’odio e discriminazione.

 

1. Antisemitismo in Italia 2019 – Relazione annuale, Osservatorio Antisemitismo

Tags: #antisemitismo, #MilenaSanterini, #CDEC