CONCORSO NAZIONALE “I GIOVANI RICORDANO LA SHOAH” a.s. 2020/2021
Il concorso “I Giovani ricordano la Shoah”, giunto quest’anno alla XIX edizione, ha visto la partecipazione di migliaia di studenti italiani, i quali, nonostante le difficoltà legate alla pandemia di Covid-19, si sono cimentati con il tema del Ritorno alla vita dopo la Seconda Guerra mondiale e le atrocità dei lager nazisti. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto congratularsi personalmente con i vincitori del concorso, collegandosi con loro in video conferenza prima della cerimonia ufficiale al Quirinale per la celebrazione del Giorno della Memoria.
Di seguito le scuole vincitrice e menzionate:
VINCITORI
SCUOLA PRIMARIA:
NOME SCUOLA: Istituto Comprensivo “Via Santi Savarino”, Scuola primaria “Rosalba Carriera” di Roma
TITOLO: Ho scelto la vita
MOTIVAZIONE: Il cortometraggio, frutto di un accurato percorso interdisciplinare, evidenzia la ricchezza delle riflessioni e l’emozione suscitata nei ragazzi dalle loro letture. Il filmato realizzato dà risalto, con grandissimo vigore emotivo, ai momenti salienti della drammatica vicenda di Liliana Segre. La focalizzazione è posta, come richiesto dalla traccia, sul momento non facile del ritorno alla “normalità” della vita. Attraverso il ricordo delle dolorose esperienze vissute, viene data voce alle ansie, alle emozioni, al senso di estraneità e solitudine, di paura e dolore provate dalla protagonista, ma anche alla capacità di reagire. Il filmato si apre infatti con un messaggio di speranza: “anche le storie tragiche possono finire bene”. La tecnica di animazione utilizzata, la perfetta corrispondenza fra il nitore e la forza evocatrice delle immagini, la vivacità del colore, la spontaneità del linguaggio e la malinconia della musica in sottofondo, contribuiscono ad esaltare l’efficacia narrativa e il fortissimo impatto del racconto.
SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO:
Link: https://spark.adobe.com/page/dnl5S5kKrEPcY/
NOME SCUOLA: Istituto Comprensivo Tricase “Via Apulia” di Tricase (LE)
TITOLO: Una donna racconta: Ida Marcheria. La difficoltà di ricostruire una vita.
MOTIVAZIONE: Gli alunni hanno approfondito la storia della vita di Ida Marcheria Di Segni e della sua fabbrica di cioccolatini; la protagonista ha saputo ricostruire la sua esistenza, dopo la deportazione nei campi di sterminio, dedicandosi al suo laboratorio di dolciumi.
La lettura del libro “La ragazza che sognava la cioccolata” e il documentario “Auschwitz e la cioccolata” entrambi di Roberto Olla, sono le fonti a cui si sono ispirati gli allievi. I disegni, gradevoli nella loro semplicità, dialogano con la storia rievocata, fondendosi con le modalità proprie del linguaggio del web e sono ben riferiti ai passaggi cruciali della vita di Ida. Le pagine del sito web elaborato dagli alunni, inoltre, si caratterizzano per l’efficacia comunicativa frutto di una collaborazione interdisciplinare.
SCUOLA SECONDARIA DI II GRADO:
NOME SCUOLA: Istituto di Istruzione Superiore “Leonardo da Vinci” di Chiavenna (SO)
TITOLO DELL’OPERA: Rinascita
MOTIVAZIONE: Colpiti dalla vicenda dei “bambini” di Selvino, gli studenti ne ricostruiscono le storie di emarginazione, di sradicamento e ritorno alla vita dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Il filmato realizzato, ricco di ricordi e di immagini di repertorio, riguarda gli 800 bambini e adolescenti ebrei di diverse nazionalità, scampati allo sterminio nazista, giunti in Italia e accolti in un edificio, precedentemente utilizzato come colonia fascista, in un piccolo paese di montagna della Val Seriana.
Il sostegno degli educatori insieme all’ambiente accogliente e la vita di comunità permisero loro di ricostruire l'atmosfera familiare e l’identità culturale distrutte dalla persecuzione e di ritornare gradualmente alla vita.
Gli studenti comunicano con questo lavoro un segno di speranza e di fiducia nell’umanità.
MENZIONI
SCUOLA PRIMARIA:
NOME SCUOLA: Istituto Comprensivo Druento, Scuola primaria “Domenico Luciano” di Givoletto (TO)
TITOLO: Trittico: parole, immagini, emozioni per testimoniare (il puzzle, il buco nero, i frammenti)
MOTIVAZIONE: Il lavoro svolto è una elaborazione artistica sulla memoria. Il prodotto che la esprime, un Trittico in forex, è formato da una raccolta di testimonianze che mostra la ricerca storica operata. L’uso di alcuni termini è frutto di una accurata indagine di campi semantici. I tre momenti del Trittico sono infatti collegati tra loro da parole chiave: il puzzle che narra la completezza della vita precedente, il buco nero della Shoah con il suo portato di dolore e negazione della dignità umana, i frammenti che rappresentano il ritorno alla vita e la difficile, sempre precaria, sua ricostruzione.
L'opera colpisce per la semplicità e per l'efficacia simbolica dei materiali utilizzati. Nella visione degli alunni la deportazione e la Shoah vengono rappresentate da un allusivo buco nero in cui sprofondano un “prima” sereno e armonico e un “mentre” doloroso e annientante; il “dopo” resta frammentato nonostante i tentativi di rimettere insieme i pezzi di quell’ideale originario puzzle.
NOME SCUOLA: Istituto Comprensivo “Santo Calì”, Scuola primaria “P. Scuderi”di Linguaglossa (CT)
TITOLO: Il costo della libertà
MOTIVAZIONE: L'elaborato, di pregevole fattura, è realizzato con un album che rappresenta diversi momenti della vita del giovane partigiano Athos - Nunzio di Francesco - i cui meriti di combattente furono riconosciuti dal CLN; combatté in Val Maira, fu catturato dai nazisti e internato a Mauthausen.
Nel corso degli anni scrive il suo racconto, “ll costo della libertà”. Dalle memorie di questo testimone i giovani allievi sono partiti per elaborare il tema concorsuale.
Il lavoro è frutto di un'accurata ricerca che trova equilibrio tra la narrazione e l'espressione artistica; ne emerge la spontaneità e la capacità narrativa dei giovanissimi alunni; vengono evidenziate le difficoltà di un progressivo ritorno alla vita familiare e quotidiana, sia per il trauma subito che per l'urgenza di combattere ulteriori ingiustizie politiche e sociali, nella sua nativa Sicilia.
SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO:
NOME SCUOLA: Istituto Comprensivo n.°6 di Quartu Sant’Elena (CA)
TITOLO: Come tornare. Tre storie parallele.
MOTIVAZIONE: Il fumetto, realizzato con molto trasporto in periodo di pandemia, trae ispirazione dalle vicende di tre giovanissime ebree sopravvissute alla Shoah, in Italia. Diversi sono gli ambienti familiari e le città di provenienza, diverse le loro personalità e i destini determinati dalla persecuzione nazifascista (la triste clandestinità in convento per Lia, la forzata fuga in Svizzera per Pupa, la terribile deportazione ad Auschwitz per Liliana). Diverse le loro ansie e preoccupazioni dopo la liberazione, ben individuate dai ragazzi nel linguaggio sintetico del fumetto. Sono ansie di tipo economico, la casa e il lavoro, di carattere sociale e affettivo, la scuola, la famiglia e gli amici. Focalizzando l’attenzione sul tema del ritorno, la narrazione e le immagini offrono un quadro significativo dei disagi e dei motivi di solitudine e di estraniamento, messi in risalto dalle protagoniste, comuni purtroppo a molti sopravvissuti. La semplicità del linguaggio, la vivacità e la pertinenza delle riflessioni dei ragazzi, esaltano la capacità comunicativa e la forza emotiva dell’opera.
NOME SCUOLA: Istituto Comprensivo San Vendemiano, Scuola secondaria di I grado “G. Saccon” di San Vendemiano (TV)
TITOLO OPERA: Ri-costruire: il muro delle storie
MOTIVAZIONE: I giovani allievi, attraverso letture e interviste, hanno scoperto che anche nel loro paese è esistito un dopoguerra con il dramma di chi era ritornato e le difficoltà di ricominciare a vivere. Sono stati realizzati due manufatti che rappresentano “un muro di storie” e “un muro rotto”. Nel muro di storie sono racchiusi i simboli di chi ha perso l’identità e i ricordi di chi ha perso i familiari, di chi li ha creduti per anni solo dispersi e di chi si è salvato grazie a persone coraggiose e generose. Nel muro rotto si rappresenta una delle tante case distrutte e da ricostruire. Tutte le storie racchiuse nei “muri” sono riferite a vicende di famiglia indagate dagli alunni.
“A noi non é stata tolta né identità né casa né famiglia” è la riflessione dei giovani allievi, resi più sensibili in questi mesi di pandemia, che invita a trarre insegnamento dalla storia e a prestare attenzione a chi oggi è più fragile, ha perso il lavoro, ha subito lutti.
SCUOLA SECONDARIA DI II GRADO:
NOME SCUOLA: Istituto di Istruzione Superiore “V. Cuoco – G. Manuppello” di Isernia
TITOLO: Nel dolore dell’anima…ancora un “pezzo” di vita
MOTIVAZIONE: Gli allievi della sezione design moda/metalli interpretano le indicazioni della traccia utilizzando i linguaggi specifici delle discipline di indirizzo; volti scolpiti, grafismi essenziali ed efficaci, realizzazioni di forte impatto visivo, intensità di colori contrapposti, valgono a significare il potere salvifico dell'arte dopo la tragedia. La lettura del diario di Anna Frank, voce guida del filmato, accompagna la sequenza dei manufatti artistici, rafforzando il messaggio del ritorno alla vita.
I ragazzi indicano così un modo di capire quanto è avvenuto, denunciare le ingiustizie e cercare di contrastarle, utilizzando modalità espressive acquisite durante il curricolo.
NOME SCUOLA: Istituto di Istruzione Superiore “Alessandro Volta” di Caltanissetta
TITOLO OPERA: Perché io?
MOTIVAZIONE: La sceneggiatura, realizzata in modalità DAD, è frutto di un approfondimento storico e di un crescente coinvolgimento emotivo che ha portato gli studenti a realizzare il video dal titolo “Perché io?”. Attraverso la testimonianza di Sami Modiano, il corto mette in evidenza le difficoltà incontrate dopo la liberazione e fonda, su documentazione storica, filmica e bibliografica, la tesi esplorata dai giovani allievi, cioè che le difficoltà del ritorno alla vita dei sopravvissuti sono parte integrante della loro vicenda pertanto anche nel caso di Sami Modiano, la sua liberazione non fu la conquista della completa libertà. Il percorso di Sami evidenzia, inoltre, come la sua risposta al dramma del superstite sia nel dovere della testimonianza; chi ha avuto salva la propria vita, ha scontato la pena di essere sopravvissuto.
Gli studenti hanno colto, altresì, dalla testimonianza l’impegno alla responsabilità di ognuno di ricevere e restituire speranza, nel proprio ruolo e nel proprio tempo.