In evidenza

La scelta di Edith

di Edith Eva Eger

La scelta di Edith

Edith Eva Eger è una nonnina a prima vista piuttosto fragile. Ma non fatevi ingannare dall’apparenza: è probabilmente una delle persone più forti che avrete la possibilità di conoscere attraverso i libri.

Edith Eva Eger è una sopravvissuta ai campi di concentramento e ha fatto di questa esperienza un punto di forza. Eva, in ebraico Hava, la prima donna citata nella Bibbia, ha nella radice del nome la vita stessa. Con la sua potenza e la sua energia, Eger ha aiutato migliaia di persone a superare i loro traumi.

Ora ha 94 anni. Fino a poco tempo fa girava per il mondo, accompagnata da generali dell’esercito, per insegnare a migliaia di giovani soldati come affrontare le avversità e i traumi legati alla guerra.

“Un uomo non sa mai cosa è in grado di fare fintanto che non si trova nella condizione di doverlo fare”, scriveva William Faulkner. Ecco, Eva Eger è lo specchio di questo aforisma. Nelle tante vivide immagini che la Eger ci propone nel suo libro ce n’è una fortissima: la vediamo ballare davanti al suo aguzzino; uno strumento di resistenza spirituale fortissimo.

Il suo intenso e potente percorso individuale l’ha portata a conquistare la propria libertà, trovando anche la forza di rinunciare al ruolo di vittima. Un insegnamento importante per chiunque, che non si apprende né facilmente né frequentemente.

La Eger è una sopravvissuta dei campi che ha fatto della sua esperienza un dono per gli altri. Ma questo non è uno dei tanti libri che riguardano l’esperienza dei lager. È un libro che lascia il segno, ed è un segno di speranza, non un segno che provoca solo dolore, ma un segno positivo. Il libro fa riflettere sui meccanismi di difesa dei sopravvissuti: molti non hanno parlato della loro esperienza se non a distanza di parecchi anni, attuando un meccanismo di “dissociazione” – che si evince dalle pagine del libro, anche senza entrare nei particolari – volto a riprendersi la loro vita. Dissociazione, innanzitutto, dal ruolo di vittima. Ma anche dissociazione dal “congelamento emotivo”, messo in atto per sopravvivere.

L’incontro e il ballo con Victor Frankl (il grande padre della logopedia, anche lui sopravvissuto ai campi nazisti e autore di “Uno psicologo nei lager”, altro libro che consigliamo vivamente di leggere) è una scena talmente vivida che sembra uscita dalla sceneggiatura di un film. “Rimane dentro”, così come la sofferenza e il senso di colpa per la morte della madre, e tanti altri elementi che scoprirete leggendo il libro.

Gli insegnamenti sono ad ogni angolo e basta coglierli con attenzione. La corrispondenza che intraprende con Frankl sintetizza le domande chiave alla base dell’esistenza di chi ha incontrato il trauma: perché sono sopravvissuto? Quale è lo scopo della mia vita? Quale significato posso trarre dalla mia sofferenza? Come posso aiutare me stesso e gli altri a sopportare le parti più difficili della vita, e a sperimentare ancora passione e gioia?

Parafrasando Eva, direi che questo libro vuole aiutare a sperimentare la libertà dal passato, un passato che ci può rendere prigionieri; vuole condurci verso la libertà dai fallimenti e dalle paure, dalla collera e dagli errori, dal rimpianto e dal dolore irrisolto; vuole condurci verso la libertà di godere la ricca tavola imbandita della vita. Perché se non possiamo scegliere di vivere una vita libera dalle sofferenze, sicuramente possiamo scegliere di essere liberi.

Dopo che la sua vita e quella di tutta la sua famiglia viene sconvolta dall’orrore, la prima scelta di Edith è quella di ricercare la ‘formula magica’ per sopravvivere e aiutare gli altri. Nel corso della sua lunga e avventurosa vita, ci riesce ben oltre la misura che ci si potrebbe aspettare. Eger aveva un segreto da custodire e il suo segreto la custodiva:

“Come il pane della challah, il pane che mia madre preparava sempre per la cena del venerdì, questo libro contiene tre ingredienti: la storia della mia sopravvivenza, la storia della mia autoguarigione e le storie delle persone preziose che ho avuto il privilegio di guidare verso la libertà. Ho raccontato la mia esperienza ricostruendola nel miglior modo possibile… Questo libro racconta la storia delle scelte, grandi e piccole, che ci conducono dal trauma al trionfo, dall’oscurità alla luce, dalla prigionia alla libertà”.

Perché c’è sempre la libertà di scegliere e questo libro - tra le altre cose - ce lo insegna.
E anche questo non ci pare poco.

-----

La storia di Edith Eva Eger ha ispirato molti studenti e insegnanti che hanno partecipato al concorso "I giovani ricordano la Shoah".
Si consiglia la visione del lavoro "La scelta di Edith", del Liceo Coreutico - Classico "Tito Livio" di Milano, menzionato nell'anno scolastico 2021-2022.
Per vedere il video e avere ulteriori informazioni: https://www.scuolaememoria.it/site/it/ivd/2022/02/08/la-scelta-di-edith/?rit=i-lavori-del-concorso 

 

 

Tags: