“Mito” e “macchina” sembrano due parole lontane e appartenenti a ambiti semantici diversi; mentre la prima richiama alla mente qualcosa di vivo e storico, naturale e arcaico, la seconda rinvia a qualcosa di rigido e inorganico appartenente alla sfera della tecnica e della meccanica. In una stagione culturale caratterizzata da un profondo cambiamento delle scienze umane e dei loro fondamenti epistemologici, in particolare dalla “decostruzione” (Derrida 1968, 1997), i due termini vengono associati assumendo un preciso significato di rottura. Decostruire significa infatti vagliare in modo critico ogni forma di sapere che si presenti come immediata e legittima, mostrare le ragioni storiche che ne stanno alla base per evidenziarne le
specifiche scelte concettuali che, alimentando le visioni del mondo, determinano i comportamenti dei soggetti sociali che in base ad esse si orientano (Manera 2011).
